Rubrica mensile "Lo Yoga è...: 8 miti da sfatare sullo yoga" - Luoghi comuni e miti da sfatare in merito allo yoga, approfonditi nel blog dell'Albero dello Yoga Ratna -
Dopo le feste, dopo un periodo di sgarri alimentari oppure uno stress prolungato nel tempo o problematiche fisiche o psicofisiche si può sentire l'esigenza di riequilibrare il corpo e spesso si guarda alla pratica yoga come occasione per ritornare in forma fisica anche rispetto al peso corporeo. Ma lo yoga, fa effettivamente dimagrire?
DIMAGRIRE IN CHE SENSO?
Prima di entrare nel vivo delle considerazioni sullo yoga, è bene intendersi sul termine dimagrire poiché esso sottende ben più specifiche di quanto si possa pensare. Genericamente infatti si pensa che dimagrire significhi prima di tutto perdere peso corporeo. Questo è vero ma solo in parte. Si può infatti perdere peso senza effettivamente dimagrire, ad esempio quando si allenta la ritenzione idrica o si suda molto, quando si perdono liquidi per aumento della motilità intestinale o della diuresi. In questo caso i tessuti si svuotano dall'acqua in eccesso comportando una effettiva perdita di peso corporeo, senza che a questa corrisponda però una effettiva perdita di massa grassa. In questi casi il corpo risulta rassodato e spesso si perdono taglie, senza che ci sia una perdita di peso rilevante o comunque duratura.
C'è poi il caso delle pratiche sportive, ginniche o yogiche molto intense gli yoga dinamici come l'Ashtanga o Iyengar), che possono addirittura aumentare il peso corporeo favorendo la conversione della massa grassa con quella muscolare, notevolmente più pesante. Quasi per paradosso in questi casi, si assiste ad un aumento di peso quando a causa del movimento fisico aumenta la massa rossa (fibre muscolari di contrazione lenta ma resistente) rispetto a quella chiara o bianca (fibre muscolari di contrazione veloce ma meno resistenti).
Quindi cosa intendiamo effettivamente per dimagrimento? Intendiamo una perdita di peso cui corrisponda una modificazione delle proporzioni tra le masse corporee a sfavore di quella grassa, cambiamento capace di mantenersi stabile sul breve e medio periodo (fino alla settimana/mese). Quando il dimagrimento è efficace, infatti, si assiste ad una modificazione stabile del metabolismo corporeo tale da resistere nel breve e medio periodo ad eventuali "sgarri" dalla dieta. Ogni volta infatti che la perdita di peso non corrisponde ad un effettivo dimagrimento, il vantaggio guadagnato viene perso velocemente al variare della dieta.
CONSUMI E METABOLISMO CORPOREO
Se ad un reale dimagrimento deve corrispondere una modificazione mediamente stabile del metabolismo, che tipo di ritmo metabolico è auspicabile? Anche su questo punto non esiste una risposta univoca, poiché il ciclo del consumo energetico corporeo può variare non solo secondo lo stile di vita e l'alimentazione ma anche secondo il rapporto al fabbisogno energetico del corpo. A parità di ritmo metabolico infatti, si può avere più o meno necessità di acquisire calorie per sostenere le fatiche della quotidianità, che possono essere fisiche ma anche emotive o cognitive. Sforzi mentali prolungati oppure fisici brevi e intensi ad esempio richiedono zuccheri pronti all'uso nel sangue, invece la resistenza fisica di lunga durata richiede l'uso di proteine e grassi, così come la resistenza psicologica. Il grasso è un elemento fondamentale alla costruzione della mielina che ricopre le fibre nervose facilitando la conduzione degli stimoli elettrici tra i neuroni e pertanto rappresenta un fattore protettivo rispetto alla tenuta psicologica dell'individuo.
Se il dimagrimento dipende dal rapporto tra fabbisogno energetico e l'assunzione di calorie, possiamo ottenerlo allora in vari modi. Aumentando il metabolismo corporeo e quindi il fabbisogno (dispersione energetica, movimento, assunzione di cibi grassi) perderemo peso, ma non appena ritorniamo al metabolismo basale lo riacquisteremo. Anche diminuendo le calorie in ingresso rispetto al fabbisogno otterremo un dimagrimento per "affamamento" del corpo, che però non appena ne avrà l'occasione tratterrà le risorse energetiche in ingresso per recuperare.
L'unico modo per ottenere un vero vantaggio e un equilibrio energetico virtuoso invece si può raggiungere quando il dispendio energetico è in sintonia con i fabbisogni basali nella quotidianità: solo in questo caso la perdita di peso lieve modifica della dieta o del movimento corrisponde ad un cambiamento sul lungo periodo.
IL METABOLISMO DELLO YOGA
La pratica dello yoga in che modo può contribuire a modificare l'assetto energetico del corpo? Prima di tutto è bene ricordare che lo yoga lavora sempre per mantenere, costruire o recuperare una condizione di equilibrio. Ove la pratica yoga non tenda a questo, non può dirsi prettamente yogica, sia essa lavori sulla modificazione degli stati della coscienza, sul corpo, sulle emozioni o sulla respirazione. Il vero scopo dello yoga non è la sperimentazione fine a sé stessa, ma percorrere un cammino di scoperta di sé tramite esperienze che costruiscono una nuova consapevolezza e amplificano la coscienza facendo emergere le potenzialità dell'individuo. Questo percorso si realizza mantenendo la centratura della persona nell'omeostasi ossia nelle condizioni di bilanciamento ottimale fisico ed emotivo. Potremmo dire che la vera forza dello yoga sta proprio in questo: nell'equilibrio in cui si sperimenta l'ASSENZA DI SFORZO. Ma in cosa si realizza effettivamente questo equilibrio dal punto di vista metabolico e come si relazione questo con l'eventuale possibilità di dimagrire? Per rispondere consideriamo i tre elementi chiave su cui lavora lo yoga.
YOGA CORPO E MOVIMENTO
Il corpo è il primo stadio della coscienza su cui lavora lo yoga attraverso le asana. "A-SANA" in sanscrito significa "assenza di movimento". Stare nell'assenza di movimento sembra non comportare alcun lavoro da parte del corpo, al contrario mantenere una corretta postura e rimanere nella posizione attiva anche più che nel movimento vero e proprio. Ogni forma dello yoga disegnata nell'aria con il corpo, vuole una totale presenza e concentrazione mentale; vuole cioè l'attivazione della PROPRIOCEZIONE, ossia della capacità della mente di percepire il corpo dall'interno elaborando i segnali trasmessi da tutti i recettori periferici. L'asana realizza un lavoro BOTTOM-UP, dal basso verso l'alto, ossia dal corpo alla mente. La mente non può divagare altrimenti il corpo perde l'omeostasi ed entra in una condizione di fatica, che lo porta anche ad una perdita di equilibrio. Stare nell'asana significa attivare i fasci muscolari più profondi, le fibre muscolari bianche, quelle della lentezza e resistenza, rilassando tutte quelle che non servono a mantenere la forma per raggiungere il MINIMO DISPENDIO ENERGETICO. Rimanere, stare, significa scoprire il centro, entrare in contatto con la zona di SVILUPPO PROSSIMALE dentro di noi che ci consente di SPERIMENTARE IN SICUREZZA. In essa il battito cardiaco rallenta, la respirazione si abbassa e il corpo compie un LAVORO SOSTENIBILE mantenendo un equilibrio ottimale. E' in questa SOSTENIBILITA' che si concretizza la potenzialità dello yoga: l'ENERGIA SI CONCENTRA ANZICHE' DISPERDERSI, migliorando la circolazione sanguigna e l'apporto di ossigeno a tutto il corpo dal centro verso la periferia e a tutti gli organi interni stimolandone le funzionalità e aumentando la sensibilità interna. MINIMIZZANDO LO SFORZO SI RIATTIVANO TUTTE LE FUNZIONALITA' CORPOREE ed è in questa riattivazione che si realizza il vero beneficio metabolico dello yoga. Unica condizione è che l'asana sia svolta correttamente, realizzandola anche in forma parziale in base alle limitazioni di ogni fisico ma pur sempre in forma corretta per attivarne il beneficio. I movimenti di passaggio da un asana all'altra, se fluidi e armonici non interrompono l'armonia che il corpo ha costruito.
YOGA E RESPIRAZIONE
Ogni movimento, ogni forma del corpo nello yoga corrisponde ad un ASSETTO PSICO-FISICO, una ORGANIZZAZIONE CEREBRALE ossia corrisponde ad una FORMA DELLA COSCIENZA. Nello yoga, infatti, a differenza delle pratiche sportive e ginniche la mente è nel corpo e nel presente, non nell'obiettivo; pertanto ogni movimento diventa un'esperienza conoscitiva che plasma e apre la mente attraverso l'immobilità, l'ascolto e soprattutto la respirazione. Ogni tipo di respirazione corrisponde ad una forma della coscienza, MODIFICARE IL RESPIRO significa MODIFICARE STATO DI COSCIENZA. Lo yoga punta a migliorare la qualità dello scambio gassoso in vari modi:
migliorare l'assorbimento dell'ossigeno e l'eliminazione dell'anidride carbonica;
ossigenare tutto il corpo superando le ostruzioni interne come contratture, irrigidimenti, cattiva postura che causano ristagni di anidride carbonica e tossine;
prevenire la formazione dell'acido lattico nei tessuti muscolari (tossina smaltita affaticando fegato) che si forma durante lo sforzo anaerobico;
ossigenare il cervello portando un risveglio completo dei neuroni, liberarlo dal ristagno e dai residui gassosi che ne affaticano il funzionamento;
aumentare la capacità polmonare e il basculamento del diaframma al massimo (fino a 10 volte rispetto alla respirazione spontanea) massaggiando tutti gli organi interni e irrorando i campi polmonari più profondi spesso poco utilizzati nonostante siano la parte dell'apparato respiratorio con massima capacità di ossigenazione;
riattivare il funzionamento delle cellule dei tessuti di tutto il corpo, rallentandone così la degenerazione e l'invecchiamento.
L'effetto più macroscopico della respirazione yogica è quella di RALLENTARE IL METABOLISMO CORPOREO rallentando così non solo l'invecchiamento ma soprattutto DIMINUENDO IL FABBISOGNO ENERGETICO GASSOSO. Lo yoga quindi da un lato abbassa le necessità corporee e contemporaneamente NUTRE IL CORPO DI ENERGIA E RESPIRAZIONE, depurandolo e ricaricandolo. Al contempo questo processo, risveglia la mente e riattiva il respiro AUMENTANDO UN CONSUMO ENERGETICO GLOBALE ED EQUILIBRATO privo di ristagni e sbilanciamenti: un consumo energetico distribuito e sostenibile.
YOGA, EMOZIONI E STRESS
Il consumo energetico portato dallo yoga con la respirazione yogica e le asana, calma la mente e riporta quiete negli stati di alterazione emotiva. Proprio perché attraverso lo yoga è possibile lavorare sullo stato della coscienza, il beneficio oltre ad essere fisico è anche emotivo.
Poiché l'emozione si genera tra mente e corpo, mantenendosi spesso per lungo tempo latente nel corpo anche oltre la sua risoluzione nella mente, lo yoga porta un benessere bi-direzionale: dalla mente al corpo (Top-down) attraverso e dal corpo alla mente (Bottom-up) come abbiamo già visto. Rientra pertanto, con lo yoga, il METABOLISMO DELLO STRESS che alimenta un SENSO DISFUNZIONALE COSTANTE DI FAME e che porta a consumare in maniera spesso compulsiva non consapevole il cibo, PARALIZZANDO IL CORPO NELLA CHIMICA DEL FREEZING, stato psicologico che congela il comportamento e il corpo nei consumi e nelle energie favorendo l'accumulo di grassi, il ristagno energetico, idrico e di tossine del corpo.
Nel freezing ogni movimento inverte i circolo vizioso e la consapevolezza mantiene il nuovo ciclo virtuoso a lungo permettendo di attingere alle proprie risorse e di rielaborare nuove soluzioni.
Quando il livello di stress è minore e non si è ancora raggiunto lo stato di freezing o BURN- OUT o nello stato depressivo, ma si è ancora nello stato adrenalinico, lo yoga riequilibra partendo dal movimento per ritornare alla calma, smaltendo così lo stato compulsivo cui spesso si lega il consumo inconsapevole di cibo e ricostruisce un senso di appagamento che favorisce il riequilibrio alimentare.
YOGA E DIMAGRIMENTO, SCOPO O CONSEGUENZA ?
Lo yoga porta grande beneficio fisico ed emotivo, ristabilisce l'equilibrio dell'individuo e sicuramente tutto questo agisce attivando tutte le funzionalità del corpo aumentandone l'efficienza in ogni organo, depurando e smuovendo i ristagni, riattivando il sistema immunitario, migliorando l'umore, il ritmo sonno-veglia, il rispetto del ciclo circadiano. Grazie a questo RISVEGLIO GLOBALE, lo yoga riporta il corpo nelle condizioni ottimale, favorendo la ri-acquisizione della forma fisica e del proprio peso forma. Il dimagrimento quindi nello yoga potremmo considerarlo un effetto collaterale, indiretto, che si realizza quanto meno lo consideriamo scopo della pratica e quanto più ci lasciamo andare e plasmare ad essa con fiducia.
a cura di Elena De Donato
Filosofia, Psicopedagogia, Insegnante e formatrice Yoga 0-90, Special needs, Trauma informed e High sensitivity Yoga®️
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Università degli studi di Milano, Yoga Ratna metodo Gabriella Cella, Yoga Gravidanza e post partum metodo Yoga in fascia®️, Yoga for the Special Child©️, GiocaYoga®️, Somatic Competence®️Yoga Teacher, High Sensitive Yoga Persone Altamente Sensibili HSP Italia™️, Docente unica Master Giocayoga®️Care bambini speciali AIYB, Docente unica ‘Nascita speciale: yoga cesareo, presentazione podalica, prematurità per la Specializzazione post Formazione Yoga in fascia®️
BIOBLIOGRAFIA
"Stress e dieta: influenza reciproca" - Elena De Donato - Biopills - 2016
"Emozioni in chimica per mantenersi in equilibrio" - Elena De Donato - Biopills - 2016
"Il corpo accusa il colpo" - Bessel Van Der Kolk - Raffaello Cortina editore - 2014
"Fai un bel respiro" - Gabriella Cella -
"Yoga Ratna - Un felice incontro tra occidente e oriente" - Enrica Rame - Futura edizioni - 2013
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